PET THERAPY

Si chiama PET THERAPY ed è ormai convalidata dalle più recenti ricerche scientifiche: la presenza in casa di un cane o di un gatto è un toccasana per tutta la famiglia. Nei bambini stimola il senso di lealtà e dell’amicizia, oltre a fornire loro utilissimi anticorpi. Negli adulti aumenta la probabilità di sopravvivere ad un infarto e combatte la depressione.

Un Cucciolo come medicina

Contro mal di testa e depressione può essere più utile fare le coccole al nostro cane piuttosto che imbottirsi di medicinali. È ormai un fatto certo che il nostro piccolo amico ci fa vivere meglio e più a lungo, e per questo la Pet Therapy, cioè l’utilizzo degli animali d’affezione come aiuto terapeutico in molte malattie, acquista sempre più importanza e viene anche accettata negli ospedali. Gli studi hanno dimostrato che la compagnia del cane riduce il rischio di infarto. Accarezzando il proprio animale si abbassano infatti la pressione e i livelli di colesterolo. Sembra inoltre che il cane possa prevedere l’insorgere di un attacco epilettico, di un coma ipoglicemico, di una sincope e anche di una crisi schizofrenica. Da studi e recenti ricerche scientifiche e è emerso chiaramente l’influenza positiva del cane su persone con problemi psichici o disagi sociali. La sua presenza facilita la socializzazione dei bambini autistici, l’inserimento di quelli adottivi e il recupero dei tossicodipendenti, e inoltre cura anche la solitudine delle persone anziane.

UN ANIMALE COME TERAPIA

Dalla notte dei tempi l’uomo guarda con interesse e circospezione , curiosità ed affezione, il piccolo grande mondo degli animali. Cani, gatti, cavalli, delfini e persino i roditori sono davvero i migliori amici dell’uomo. La Pet-Therapy (terapia dolce tramite l’animale da compagnia) lo ha capito fino in fondo, ha cioè colto appieno il grande potenziale terapeutico insito nel rapporto biunivoco uomo- animale. La ricerca sulle interazioni tra uomo e animale finalizzate al miglioramento delle qualità della vita umana da un punto di vista sia fisico che mentale è tema di grande attualità. Dagli Stati Uniti, paese pilota in questo settore della ricerca, giungono risultati più che convincenti che hanno saputo attrarre l’interesse e stimolare l’approccio conoscitivo dei ricercatori in campo etologico, psicologico e sociale anche in Italia. La Pet-Therapy inaugura un nuovo modo di intendere la funzione degli animali in ambito sanitario, riabilitativo, sociale ed assistenziale. Il concetto chiave infatti risiede nell’uso appropriato di animali domestici e selvatici (più frequentemente cani, gatti, cavalli e delfini) per mezzo della loro presenza e della loro capacità di comunicare al fine di mitigare ed alleviare condizioni di malessere e disagio. E’ scientificamente provato infatti che in molti casi la semplice presenza di un animale determina una maggiore inclinazione al sorriso e un aumento di disponibilità al dialogo. Efficace rimedio per combattere la solitudine e la depressione, due mali molto diffusi nella nostra società individualista fino al parossismo; ottimo strumento anti-stress; “catalizzatore” sociale capace cioè di aggregare diversi membri di un gruppo, sia esso il semplice nucleo familiare o quello più numeroso di una qualsivoglia comunità; elemento di “distrazione” da problemi come l’incomunicabilità o il senso di rifiuto che spesso degenerano in forme più acute di nevrosi e di alienazione. Il nostro amico “pet” (animale domestico) svolge davvero un ruolo importante nel migliorare la qualità della nostra esistenza quotidiana e potrebbe diventare un ausilio insostituibile nella cura di molte patologie gravi come l’handicap psicofisico, se questa terapia, oggigiorno ancora agli albori, trovasse nel nostro Paese la forza e soprattutto gli strumenti per affannarsi con maggiore rigore metodologico.

CENNI SULLA PET TERAPHY

La “Pet Therapy” ovvero la terapia che presuppone la relazione tra esseri di specie diverse capaci di effetti curativi, pur avendo una tradizione lontana che risale alla fine dell’ottocento é nata attorno agli anni sessanta negli USA e solo recentemente si é diffusa in Italia. Proprio per il fatto che in questo momento tale terapia va molto di moda, vale la pena di riflettere su essa, per delinearne i confini e nuove prospettive. Il termine “Pet” é molto ambiguo, traducibile sia come “coccole” sia come “animale familiare”. Da qui deriva l’immagine di un animale da toccare e manipolare in funzione degli interessi umani. E’ auspicabile che per il futuro, perché la moda non porti a speculare su tale terapia, vengano utilizzate nuove metodologie sperimentali tali da dimostrarne la validità. L’efficacia della “PetTeraphy” sembra derivare dal fatto che, come una medicina alternativa, mira a curare la persona malata e non tanto la malattia. Cosi anche l’animale si interessa della persona e diventa il ponte invisibile tra terapista e paziente. Tuttavia, anche l’animale va considerato, in quanto co-terapeuta, un soggetto importante di cui vanno soddisfatte le necessità fisiche e psicologiche: oltre all’accurata selezione va quindi controllato costantemente da una équipe esperta, l’inserimento dell’animale nel contesto terapeutico.

Anche in Italia la P.T. si presenta sotto due diverse forme:

Come A.A.T. (terapia assistita con gli animali), una vera terapia rivolta a persone con problemi fisici e psichici, da affiancare ad altre cure, dove viene stabilito un protocollo individualizzato da seguire che prevede la scelta dell’animale adatto in base allo scopo da raggiungere e il sostegno di un team specializzato;

Come A.A.A. (attività assistite con gli animali), mirate a migliorare la qualità di vita di persone con disagio sociale. Tuttavia la P.T. in Italia é ancora guardata con molto scetticismo dalla maggior parte delle autorità politiche e scientifiche, accusata di non portare a suo sostegno consistenti dati sperimentali. Questo avviene, perché la mancanza di fondi impedisce l’acquisto di strumentazioni costose quali la P.E.T., fornire prove più evidenti dei meccanismi benefici della P.T. Manca quindi ancora un atteggiamento scientifico che permetta di approfondire le conoscenze fino ad ora acquisite, a partire anche dai dati di insuccesso ottenuti con la P.T. Ci si propone pertanto di riuscire ad istituzionalizzare maggiormente questa terapia in modo che vengano riconosciute le attività di questo tipo e maggiormente tutelati gli animali utilizzati in esse; fornire una formazione specifica per il personale coinvolto nei lavori, creare anche una vera collaborazione tra professionisti nelle diverse discipline. Il messaggio indirizzato a quanti si occupano o volessero occuparsi di cani é quindi di prestare attenzione ai bisogni dei nostri amici a quattro zampe, imparando a coglierne anche il linguaggio non verbale. Lo studio da loro riportato é un esempio di come conoscenze dei mondo umano e di quello animale possano integrarsi per creare del programmi individualizzati per persone in difficoltà, nel caso specifico di ritardati mentali.

Lo studio da loro riportato é un esempio di come conoscenze dei mondo umano e di quello animale possano integrarsi per creare del programmi individualizzati per persone in difficoltà, nel caso specifico di ritardati mentali