La storia
Il Cavalier King Charles Spaniel di oggi e’ il diretto discendente dei piccoli Toy Spaniels visti in molti quadri del XVI, XVII e XVIII secolo. Possiamo trovare raffigurazioni di questi piccoli cani su arazzi di Arras (XV sec., Louvre, Parigi) o su dipinti di Tiziano. I Toy Spaniels erano animali abbastanza comuni per le dame di Corte ai tempi dei Tudor ma fu sotto gli Stuarts che presero il titolo Reale di King Charles Spaniels. La storia ci racconta che il Re Charles II era raramente visto senza uno, due o piu’ di loro ai propri piedi. Col passare del tempo e con l’arrivo della Corte Olandese di William III, i Toy Spaniels passarono di moda e furono rimpiazzati dai Pug. Non abbiamo altre notizie fino al XVIII e XIX secolo. A quel tempo i particolari Toy Spaniels col. rosso e bianco allevati a Blenheim Palace dai Duchi di Marlborough erano molto famosi per le loro qualita’ sportive, come anche per il loro ruolo di cani da compagnia delle dame. Agli inizi, quando non c’erano mostre canine e standard riconosciuti, i diversi tipi e le misure erano molto varie. Durante il regno della Regina Vittoria gli allevatori iniziarono ad organizzare le mostre ed entusiasti cominciarono ad allevare i cani secondo il tipo desiderato. Questo porto’ ad una nuova moda: cani con un muso piu’ corto, antenati dei moderni King Charles Spaniel. Questi abili allevatori ebbero molto successo nell’allevare cani di alta qualita’, con musi piatti, crani bombati e orecchie molto lunghe attaccate basse. Questa razza e’ ancora popolare e molto amata. Quando il sig. Roswell Eldridge, un americano grande amante dei Toy Spaniels, arrivo’ in Inghilterra, fu spiacevolmente sorpreso di trovare che erano rimasti pochi spaniel del vecchio tipo. Immediatamente cerco’ di correggere questa tendenza offrendo un premio di 25 sterline, molto consistente per l’epoca, all’esposizione londinese del Crufts con la seguente motivazione: “Come mostrato nei quadri del tempo del Re Charles II, musi allungati, senza stop; cranio piatto e con lo spot al centro”. Gli allevatori del King Charles non lo presero molto seriamente, perche’ avevano lavorato duramente per anni per accorciare i musi. Solo pochi entusiasti continuarono a portare avanti gli esperimenti, in particolare la signora Hewitt Pitt. Dopo qualche anno in cui non erano stati raggiunti grossi traguardi, il Kennel Club considero’ che quei cani non erano sufficientemente numerosi o standardizzati per meritare la registrazione di una razza separata. Nel 1928 fu fondato un club e scelto il titolo “Cavalier King Charles Spaniel”. Al primo incontro, tenuto il secondo giorno del Cruft’s Dog Show, lo standard della razza fu redatto ed e’ praticamente lo stesso che e’ valido ancora oggi. A modello per lo standard fu preso “Ann’s Son” di proprieta’ di Miss Mostyn Walker.
I membri portarono tutte le riproduzioni di quadri del XVI, XVII e XVIII secolo che avevano potuto radunare. Fu deciso che il cane doveva essere tenuto il piu’ possibile lontano dalla moda e scevro da trimming. Negli anni ’60 alla notorieta’ della razza contribui’ anche Rowley, il Cavalier della principessa Margaret. Oggi la razza e’ tra le prime in Inghilterra per numero di iscrizioni. Seppure ancora pochi di numero, in Italia la tendenza e’ in netto aumento. Alla fine degli anni ’70 il Cavalier e’ apparso nelle manifestazioni canine italiane, in special modo alle esposizioni internazionali di San Remo, Bellagio. Negli ’80 sui cataloghi cominciano ad apparire soggetti “Amantra” importati dalla sig.ra Piera Ferrando, titolare dell’affisso “Adamantis”. Contemporaneamente, ritornando dall’Inghilterra da un suo intervento come giudice, la sig.ra Edwige Ubiali importo’ due notevoli soggetti: “Hillyacres Mother Pride” e ” Hillyacres Mother Darling”. Mother Pride fu madre di “Opilio Ariseofanepic”, portato al campionato italiano da Marina e Pietropaolo Condo’, il primo Cavalier blenheim nato ed allevato in Italia a conseguire tale titolo ed uno dei primi cani dei Condo’ che iniziarono ad allevare con l’affisso “dei Comte d’Eau”.